Innanzitutto io vi ringrazio a nome del Coordinamento Regionale Sanità del Lazio e anche a nome dell'assemblea Riapriamo Villa Tiburtina, che poi è la vertenza territoriale di cui vi parleremo brevemente. Dunque innanzitutto ci teniamo a precisare che il Coordinamento Regionale Sanità prende la sua forma appunto regionale in quest'ultimo anno, ma in realtà nasce proprio dall’unione di realtà che da anni si battono sul territorio sui temi della sanità e difesa della salute con specificità territoriali. Quindi sono realtà che sono nate prima dell'emergenza covid che stiamo vivendo e che appunto si sono invece unite in una prospettiva regionale più recentemente. Siamo uniti non solo come utenti ma anche come lavoratrici e lavoratori della sanità, e i concetti fondamentali intorno ai quali ci muoviamo chiaramente sono quelli di una sanità pubblica, che sia anche gratuita, universale e umanizzata.
Il metodo che abbiamo sempre seguito - e in qualche modo in questo anticipo poi quello che vi racconteremo sulla vertenza territoriale - è appunto quello di agire non solo su un piano informativo rispetto alla popolazione, ma proprio quello di aprire dei piani vertenziali di lotta territoriali che possano mettere in moto dei movimenti, delle mobilitazioni dal basso sul tema della sanità. Questo metodo, questo percorso è nato chiaramente da quello che abbiamo sentito anche un po’ negli interventi precedenti, ovvero dalla presa di coscienza della realtà in cui versa il sistema sanitario nazionale: quindi ovviamente il processo di privatizzazione, come è stato detto più volte prima, e la carenza dei servizi sanitari pubblici sul territorio, che sono stati dunque progressivamente smantellati, con ricadute ovviamente sulle liste d'attesa che sono diventate chiaramente ingestibili - e oggi ancora di più in emergenza pandemica abbiamo visto insomma quello che è successo. Questo ha comportato e comporta sempre di più una difficoltà di accesso alle cure anche per questi soggetti che sono purtroppo colpiti dall’art. 5 Renzi-Lupi. Quindi questo è un po’ lo scenario dentro il quale ci muoviamo.
Dicevo prima appunto del piano territoriale delle lotte dal basso; portiamo l'esempio di una vertenza attualissima che è quella che si sta portando avanti nei quartieri di Rebibbia, Ponte Mammolo e Casal de’ Pazzi a Roma. Siamo in un quartiere insomma di circa 27.000 persone che è assolutamente privo al momento dei servizi sanitari pubblici. Per questo motivo abbiamo individuato, in realtà poi come realtà territoriale che si è costituita intorno ad un'assemblea che si chiama appunto Riapriamo Villa Tiburtina, abbiamo individuato in questa struttura già presente nel territorio, che si chiama Villa Tiburtina, un obiettivo concreto di lotta di riappropriazione di sanità pubblica sul territorio. Questa infatti era una struttura funzionante fino a circa una decina di anni fa e che è stata chiusa proprio a causa dei tagli operati sulla sanità pubblica. Era un servizio importantissimo sul territorio perché oltre ad ospitare quei servizi ambulatoriali dell’ASL (quindi propriamente territoriali) in realtà è anche la sede di specializzazione delle malattie toracico-polmonari e quindi in questo momento di pandemia da covid sarebbe stato, inutile dirlo, importantissimo. Quindi, come realtà territoriale, abbiamo iniziato questa campagna innanzitutto mettendo in piedi una raccolta di firme, proprio per garantire una presenza sul territorio e per ascoltare quelle persone che erano state colpite da questa mancanza (dalla chiusura di questa struttura), e che invece si erano viste aprire contemporaneamente sempre di più strutture private, sia completamente private che in convenzione, sul territorio - e sempre di più durante la pandemia.
È proprio in questa ultima ondata che è nato questo movimento dal basso che sta continuando e che ha cercato da una parte di avere un confronto con quelle che sono le istituzioni preposte alla medicina territoriale - e in particolare la proprietà dell'edificio che appunto è una proprietà pubblica ed è dell'università (in particolare del policlinico Umberto I di Roma) - e ovviamente con quelle che invece sono le strutture: da una parte l’ASL e poi la regione che appunto è al vertice di questa catena istituzionale. Inutile dirvi che è un percorso molto difficile, soprattutto il confronto con queste con queste istituzioni. La parte più facile è stata invece proprio la mobilitazione del territorio e la raccolta di quei bisogni socio-sanitari che vengono espressi dalle 3.000 firme che abbiamo raccolto e che restano tuttora inascoltate. Tra l'altro siamo in un quartiere che ospita uno dei carceri più grandi d'Italia, appunto quello di Rebibbia. Insomma il quadro sociale entro cui ci muoviamo penso sia abbastanza chiaro.
L'ultimo passaggio importante che è stato fatto è quello di avere da parte di Zero Calcare un fumetto dedicato a questo a questa vertenza. È uscito oggi e sarà in edicola tutta la settimana con l'Espresso. Si inserisce anche tra l'altro in una visione di lotte dal basso proprio nei quartieri romani più periferici. Diciamo che in questi in questi mesi di pandemia abbiamo tra l'altro cercato di raccontare questa vertenza e di creare delle interlocuzioni sul territorio e stiamo cercando di ampliarlo anche a livello regionale, anche attraverso le corrispondenze che sono andate in onda su Radio Onda Rossa. Quindi insomma c’è stato comunque sempre un continuo confronto anche con le altre realtà che si stanno muovendo sul piano della sanità territoriale. E quindi diciamo che il prossimo passaggio che pensiamo e crediamo sia fondamentale è proprio quella di attivare una rete a livello nazionale con delle realtà che effettivamente poi nella pratica concreta sul territorio stanno portando avanti delle lotte, molte delle quali sono tra l'altro presenti qui. Abbiamo già individuato nella data del 7 aprile, che è la giornata internazionale della salute, un momento importante di mobilitazione che noi faremo sul territorio a Rebibbia, appunto a Villa Tiburtina, e che invece vogliamo estendere a queste altre realtà che si stanno battendo sul territorio nelle loro particolarità e chiaramente con i limiti imposti purtroppo dall'emergenza sanitaria che stiamo che stiamo vivendo in questo momento. Quindi si cercherà di coordinarci in questa giornata di mobilitazione per il 7 aprile proprio per rilanciare quelli che sono i temi della riappropriazione della sanità pubblica territoriale e, su un piano invece più grande e più internazionale proprio, ovviamente l'opposizione a Big Pharma, il sistema di profitto sulla salute, in particolare sul covid e sul tema dei vaccini, insomma un argomento che poi sarà chiaramente oggetto di più ampia discussione.
Quindi concludo dicendo quello che è il nostro punto di vista, cioè proprio quello di portare avanti delle lotte a livello territoriale dal basso, perché sono effettivamente poi le uniche che sono in grado di aprire ancora di più quello che noi riteniamo essere “Il varco delle contraddizioni” che il sistema capitalistico sta in realtà mostrando da solo. Perché è questo il momento in cui sta mostrando tutta la sua contraddizione e la sua debolezza, colpendo appunto tutta la popolazione. Perché il disastro che stiamo vedendo è appunto effetto proprio delle sue politiche e delle sue pratiche. Quindi crediamo che le mobilitazioni siano insomma lo strumento più importante per contrastare questo sistema e per contrastare anche le mutazioni che potrebbero chiaramente rivoltarsi contro di noi. Grazie.