Intervento di Alessandro Lanzani. Sotto embargo siamo noi

Alessandro Lanzani
28.03.2021

Ciao a tutte e tutti, sono contento di partecipare a questo incontro. Io sono d'accordo sostanzialmente con tutto quello che è stato detto, mi sforzerò come dire di mettere qualche elemento così leggermente diverso perché gli argomenti detti sono quelli. "Sotto embargo siamo noi", mi riaggancio all'esposizione di Vittorio, perché forse la sintesi ideologica (e non mi nascondo di usare questa parola - ideologia significa vedere il concetto profondo delle cose, da idein=vedere e logos), quindi una bella parola massacrata in questi vent'anni contemporaneamente al massacro di tanti valori, incluso quello alla salute che è stata smantellata. La salute pubblica, ovviamente, quella riconosciuta dall'articolo 32 della Costituzione, che è stata anche derubricata proprio dalla narrazione, dall'informazione, dal mainstream che ha parlato di efficienza del privato. L'eccellenza lombarda, mi riaggancio ai dati che diceva Vittorio, l'indice di letalità della regione Lombardia aggiornato a 15 giorni fa è di 5.2% contro un indice dell'Italia inclusa la Lombardia del 2.7-2.8%. Se facciamo due repubbliche, la Lombardia senza l'Italia e l'Italia senza la Lombardia siamo al 5.2 contro il 2.5; quindi già in questo numero [si vede] che razza di situazione si vive qui in Lombardia. Ma si vive anche in Europa, perché il discorso sugli aspetti contrattuali dei vaccini è inquietante - perché si diffonde dalla realtà a quasi al paranormale, alla fantascienza; la citazione sul grande fratello orwelliano è quasi scontata, però è reale. Perché "sotto embargo siamo noi" significa che se il brevetto non viene diciamo destrutturato e se non ci sono accordi internazionali sugli altri vaccini - quelli non prodotti da big pharma, ma da altre realtà: i sinovirus piuttosto che lo Sputnik5, piuttosto che il gruppo dei vaccini cubani, dell'eccellenza cubana che ha del miracolo, ma miracolo non è perché lì la sanità è pubblica al 100%, c'è ricerca, hanno una popolazione di 11 milioni di abitanti contro i 10 milioni e 60 mila residenti ufficiali in Lombardia e riescono a produrre 4/5 vaccini perché si sono accorti che una variante del Soberana 1 dato come terza dose a Soberana 2 dà dei risultati che superano il 94-95%. Sono dati degli ultimi giorni, insomma da confermare, ma di una eccellenza che sembra quasi incredibile.
 
E allora cosa succede? Che noi occidentali siamo prigionieri di questi accordi scellerati che l'Europa ha fatto nella contrattualistica con i vaccini occidentali; e sembra che rimanga in piedi ancora il Muro di Berlino, che la guerra fredda non sia mai finita, perché Sputnik5 ha una piattaforma biologica del tutto analoga (tanto per fare un esempio) al vaccino di AstraZeneca. Sono costruiti con la stessa modalità i dati autocertificati - sia quelli di AstraZeneca che di Sputnik5. Tra l'altro Sputnik5 è stato validato dallo Spallanzani in Italia [che] ne ha riconosciuto la validità, sono del tutto analoghi o parrebbe che Sputnik5 [abbia] un'efficacia (sempre con i parametri che diceva Agnoletto) nettamente superiore a quella di AstraZeneca. [Ebbene], non ci sono accordi internazionali. Faccio notare che verso la fine di febbraio la Merkel ci ha provato, cioè il primo ministro della più importante potenza dal punto di vista economico degli stati europei ha detto: "siamo disponibili, previa autorizzazione dell'EMA, non solo ad adottarlo ma anche a delocalizzare la produzione". É stata immediatamente zittita dalla Von Der Leyen con questa polemica assurda di tipo burocratico (hanno mandato i dati, non hanno mandato i dati...si rimpallano questo giochetto su quanto e come arrivino i dati dall'Istituto Gamaleya all'EMA e viceversa) quando [se ce ne fosse la volontà politica si prenderebbe l'aereo, si prenderebbero i fascicoli, li si porterebbe all'EMA, si direbbe guardateli, valutateli]. E invece siamo arrivati anche alle dichiarazioni sull'ispezione dei laboratori, come garanzia di laboratori russi, come garanzia necessaria. Quindi noi a est, in questa situazione geopolitica che assomiglia un po' ai continenti di 1984 come l'Eurasia, verso est siamo prigionieri; e non possiamo adottare questa risorsa, questo tipo di vaccino; neanche parlare dei sinovirus, che tra l'altro sono tutti modelli di vaccini già sperimentati da anni, sono piattaforme su cui sono stati fatti i vaccini per la meningite, contro il tetano, per l'influenza: sono vaccini o attenuati tipo il Sabin per la poliomielite, oppure come il Salk che hanno eradicato la poliomielite dalla faccia della terra. E la citazione di Salk davanti a Murrow (il giornalista americano di Good night and good luck) che gli chiese di chi fosse il vaccino e lui gli rispose "Ma il vaccino è della gente! Come si può brevettare un vaccino? Il vaccino è come il sole" ecco risuona, incombe su di noi.
 
Ma a distanza ormai di 65-70 anni da quell'intervista siamo in una condizione peggiore. Perché io non mi vergogno di essere ideologico, perché mi appoggio a tutti gli interventi che sono stati fatti: noi stiamo vivendo un periodo in cui c'è una battaglia feroce tra una oligarchia ristrettissima che sta utilizzando questa pandemia, questa patologia planetaria per restringere il benessere diffuso - ammesso che ci fosse prima, perché noi occidentali ci dimentichiamo sempre di due o tre miliardi di persone che non hanno accesso a un letto, un rubinetto, un gabinetto. Anche all'interno dell'occidente le condizioni di vita basilari sono destinate a peggiorare, e questo sta accadendo. Sta accadendo anche se [guardando] sulla mappa, superando l'Oceano Atlantico arriviamo a Cuba, dove la sanità è pubblica: è quello il modello sociale, almeno dal punto di vista sanitario, che dovremmo in qualche modo adottare. E lì non c'è interesse, non c'è interesse nel singolo medico né nella casa farmaceutica, non c'è l'azionista che guadagna con contratti cinici, spericolati finanziariamente, magari scorretti.
 
Giusto per differenziare e magari dire qualche nota in più perché le cose sostanziali sono state dette, vorrei citare un aneddoto, quello del signor Bourla. Il signor Bourla è il CEO della Pfizer il quale, intorno ad agosto, dichiarò all'ente di sicurezza che controlla la trasparenza delle operazioni di borsa di New York l'intenzione di vendere le sue stock option - le sue azioni, che questi dirigenti hanno. Questo deve essere fatto con tre mesi di anticipo per garantire la regolarità dell'operazione e non fare insider trading. In effetti la vendita delle azioni del signor Bourla avvenne esattamente 90 giorni dopo nel pomeriggio; se non che al mattino fece la dichiarazione che Pfizer era entrato in fase 3. Le azioni schizzarono su del 12%, (quelle di Biontech del 25% in un ora) e il guadagno di questa persona, la plusvalenza, fu di 5-6 milioni di dollari. Questo è quello che succede normalmente, è un aneddoto emblematico del tipo di situazioni a cui siamo sottoposti.
 
E quindi l'esperienza, se volete, le ultime frasi possono girare intorno alle esperienze che abbiamo fatto noi dal basso con l'esperienza del tampone sospeso, che è un'esperienza da marciapiede che da sola non può risolvere - semmai si affianca ad altre esperienze, come quella della raccolta delle firme, come quella del tentativo di fare opposizione. E cosa abbiamo fatto noi? Noi abbiamo cercato di tradurre la deburocratizzazione: sapete che i medici non riescono in Lombardia a mettere i dati dei positivi nel sistema che adesso sta cedendo (quello Aria, quello della regione) perché in realtà dovresti avere un codice che però l'ATS non ti dà, e questo è stato fonte di una certa criticità per tre mesi sotto la tenda. La deburocratizzazione, i tamponi e gratuiti o a prezzo calmierato perché i tamponi sono contact tracing (quando si individua il positivo e lo si isola nella piccola comunità intorno a lui, questo è il contact tracing) oppure sugli screening di massa che dovrebbero in qualche modo contrastare, spezzare la catena del contagio e quindi sono uno strumento di prevenzione in questo senso. Considerate che in paesi come Vietnam, Corea del Sud l'hanno fatto; in Vietnam quando sono andato a leggere i dati ufficiali, li ho letti due o tre volte, sono 100 milioni di persone e dieci giorni fa avevano 35 morti, mettiamo neanche 1-2 con questi ritmi, hanno chiuso in data odierna a meno di 40 morti contro i nostri oltre 100 mila e oltre il tetto dei 30 mila e passa che stiamo aumentando in Lombardia a circa 100 unità al giorno.
 
Noi abbiamo provato ad essere un modello che doveva diventare sistema, siamo poco antagonisti - quando ieri Sala è venuto fare il tampone da noi, concludo con un po' di cronaca per alleggerire, si è scatenata una rassegna stampa enorme. Giornali di destra parlano ancora di tamponi abusivi, e questo ci ha fatto molto piacere, è incredibile come di fronte a una situazione di questo genere il mainstream neoliberista difenda l'indifendibile. Perché siamo davanti a una tragedia non risolta, stiamo sperando nei vaccini ma con questa logistica, con questa carenza di vaccini l'ordine di grandezza é delle stagioni, non certo delle settimane e dei mesi. I tamponi sono ancora fondamentali per cercare di arginare in qualche modo la diffusione del contagio. Spezzare la catena del contagio significa non andare in zona cura: zona cura significa fatturato per la sanità privata mentre spezzare la catena del contagio significa prevenzione, salvare vite umane e avere la consapevolezza che con una prevenzione si riesce ad avere un approccio sanitario totalmente diverso da quello in cui siamo.
 
Io non credo di avere molto da aggiungere, se non concludere ribadendo che è paradossale: ci sono i cubani che da 60 anni erano sotto embargo, sotto un embargo economico feroce; nonostante questo, con una sanità pubblica e un modello sociale con dei valori, con dei contenuti diversi sono riusciti (perché ormai stanno ultimando la seconda fase della fase 3) - da sette giorni stanno vaccinando 150.000 sanitari, medici, infermieri, personale ospedaliero e la front line delle persone a rischio. Intanto sta aumentando la produzione e quelli che erano sotto embargo si salveranno e noi che siamo quelli occidentali, i suprematisti bianchi della libertà e della democrazia, stiamo pagando all'interno dei nostri confini un embargo che è sotto gli occhi di tutti. E quindi concluderei proprio così. É paradossale, ma sotto embargo siamo noi.
Articoli consigliati

Ti consigliamo questi articoli

Intervento di Maura Benegiamo. Oltre il vaccino: rischio, crisi e prospettive di ricostruzione

Singoli interventiMaura Benegiamo28/03/2021

Intervento di Siria di Non Sta Andando Tutto Bene Brescia

Singoli interventiNon Sta Andando Tutto Bene Brescia28/03/2021